giovedì 15 dicembre 2011

TROPPO "CEMENTO" NEL PIANO REGOLATORE: ESPOSTO DI LEGAMBIENTE

PADOVA. Un esposto contro il Comune per aver messo «troppo cemento» nel nuovo piano regolatore: un errore che l’associazione ambientalista Legambiente ha subito segnalato ma che Palazzo Moroni non ha corretto.

«Legambiente lo ha fatto presente per iscritto all’Amministrazione Comunale in febbraio e poi in giugno. Il Comune di Padova ha cambiato destinazione d’uso a mezzo milione di metri quadrati di zona agricola più del consentito - spiegano Sergio Lironi e Lorenzo Cabrelle, del settore urbanistico di Legambiente - Si tratta di errori determinati dall’inosservanza dei criteri di calcolo fissati dall’atto di indirizzo della Regione Veneto, approvato con D.G. R. n. 3150 del 25 novembre 2008. Il settore Pianificazione Urbanistica, pur ammettendo le contestazioni, non ha accolto il nostro invito a provvedere all’immediata correzione degli elaborati del piano, rimandando tale adempimento alla conferenza dei servizi decisoria, in cui il Pat sarà approvato».
Perciò Legambiente ha presentato un esposto alla Provincia affinché pretenda che il Comune, prima della convocazione della Conferenza dei Servizi, sottoponga al consiglio comunale le correzioni al Pat necessarie per renderlo coerente con la direttiva regionale.
«All’Amministrazione comunale sembra sfuggire una evidente contraddizione: se andrà rivisto il dimensionamento del PAT e se dovrà essere drasticamente ridotta, la quantità di superficie agricola trasformabile, ne dovrebbe derivare anche la necessità di rivedere le previsioni urbanistiche, sulla quale sono stati approvati e continuano a venire approvati i piani urbanistici attuativi e varianti al Prg vigente. Legambiente perciò ritiene illegittima l’adozione di piani attuativi e varianti riguardanti Canestrini zona Iris, Basso Isonzo, via Pelosa, Mortise ed altre, che comportino il consumo di superfici agricole».
«Al responsabile del procedimento della Provincia per l’approvazione del Pat di Padova è stato, inoltre, fatto presente che demandare alla conferenza di servizi la rettifica di documenti errati, senza che il consiglio comunale di Padova abbia preventivamente deliberato in merito, costituisce un vizio procedurale che, se contestato, potrà inficiare la legittimità dello stesso piano. E a questo punto a Legambiente non resterebbe altro da fare che ricorrere alle deputate sedi giudiziarie».


Fonte: "Il Mattino di Padova" del 15 dicembre 2011
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