giovedì 15 dicembre 2011

TROPPO "CEMENTO" NEL PIANO REGOLATORE: ESPOSTO DI LEGAMBIENTE

PADOVA. Un esposto contro il Comune per aver messo «troppo cemento» nel nuovo piano regolatore: un errore che l’associazione ambientalista Legambiente ha subito segnalato ma che Palazzo Moroni non ha corretto.

«Legambiente lo ha fatto presente per iscritto all’Amministrazione Comunale in febbraio e poi in giugno. Il Comune di Padova ha cambiato destinazione d’uso a mezzo milione di metri quadrati di zona agricola più del consentito - spiegano Sergio Lironi e Lorenzo Cabrelle, del settore urbanistico di Legambiente - Si tratta di errori determinati dall’inosservanza dei criteri di calcolo fissati dall’atto di indirizzo della Regione Veneto, approvato con D.G. R. n. 3150 del 25 novembre 2008. Il settore Pianificazione Urbanistica, pur ammettendo le contestazioni, non ha accolto il nostro invito a provvedere all’immediata correzione degli elaborati del piano, rimandando tale adempimento alla conferenza dei servizi decisoria, in cui il Pat sarà approvato».
Perciò Legambiente ha presentato un esposto alla Provincia affinché pretenda che il Comune, prima della convocazione della Conferenza dei Servizi, sottoponga al consiglio comunale le correzioni al Pat necessarie per renderlo coerente con la direttiva regionale.
«All’Amministrazione comunale sembra sfuggire una evidente contraddizione: se andrà rivisto il dimensionamento del PAT e se dovrà essere drasticamente ridotta, la quantità di superficie agricola trasformabile, ne dovrebbe derivare anche la necessità di rivedere le previsioni urbanistiche, sulla quale sono stati approvati e continuano a venire approvati i piani urbanistici attuativi e varianti al Prg vigente. Legambiente perciò ritiene illegittima l’adozione di piani attuativi e varianti riguardanti Canestrini zona Iris, Basso Isonzo, via Pelosa, Mortise ed altre, che comportino il consumo di superfici agricole».
«Al responsabile del procedimento della Provincia per l’approvazione del Pat di Padova è stato, inoltre, fatto presente che demandare alla conferenza di servizi la rettifica di documenti errati, senza che il consiglio comunale di Padova abbia preventivamente deliberato in merito, costituisce un vizio procedurale che, se contestato, potrà inficiare la legittimità dello stesso piano. E a questo punto a Legambiente non resterebbe altro da fare che ricorrere alle deputate sedi giudiziarie».


Fonte: "Il Mattino di Padova" del 15 dicembre 2011
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venerdì 14 ottobre 2011

CONSIDERAZIONI E POSSIBILI SCENARI DELLA ZONA IRIS

«I progetti sono stati respinti perché i costruttori non hanno voluto accogliere le richieste del Comune», così afferma l’Assessore all'Urbanistica e Vicesindaco Ivo Rossi all’indomani della bocciatura della nuova urbanizzazione al parco Iris da parte dell’Amministrazione.
Sarà una visione scettica, sarà un atteggiamento pessimista, ma dopo aver letto il libro “LA LOBBY DI DIO” viene davvero difficile credere che un'organizzazione come CL/CdO in tutto questo tempo non abbia trovato una soluzione che riesca a conciliare le richieste del Comune coi propri interessi immobiliari.
Il primo sospetto è che esista già un "Piano B" che contempli le indicazioni che verranno date dal Comune: se questo “piano conciliatore” fosse stato presentato mercoledì scorso in Commissione, davanti a moltissimi cittadini coinvolti, sarebbe stato molto probabilmente bocciato archiviando definitivamente la faccenda.. cosa che Comune e Costruttori sembrano proprio non volere!
L'Assessore all'Urbanistica Ivo Rossi, in un'intervista rilasciata a un quotidiano locale, ha dichiarato: «E’ bene ricordare che si tratta di un'operazione di perequazione integrata. […] I privati ci hanno presentato vari progetti, in alcuni casi c'erano troppe villette, in altri troppe palazzine venivano concentrate su via Canestrini. Ad un certo punto abbiamo chiesto di spostare un po’ di edifici verso via Forcellini in modo da creare proprio da quella parte un nuovo accesso al parco Iris. I costruttori però non hanno ritenuto opportuno accogliere la nostra richiesta e, per tutta risposta, ci hanno mandato una diffida in cui ci chiedono che ad avere l'ultima parola sul progetto sia il Consiglio Comunale».
E’ pensabile che il Consiglio casserà le proposte dei privati. A quel punto non è escluso che i costruttori si rivolgano al TAR col rischio che, se dovessero vincere il ricorso, ad essere realizzato sarebbe uno dei 3 progetti già presentati. Ecco perché nella delibera comunale sarà fondamentale riportare delle motivazioni valide (rischio idraulico) e soluzioni concrete (spostamento della cubatura in un’altra zona della città).
Conclude Rossi affermando che «Noi siamo disponibilissimi a valutare nuove proposte quindi l'invito che mi sento di fare ai privati è quello di presentare un nuovo progetto che tenga conto delle nostre indicazioni». Qui c'è un paradosso: se si deve tener conto delle indicazioni del Comune, allora si dovrebbe tener conto soprattutto del palese rischio idraulico che Regione e Consorzio di bonifica hanno individuato nella la zona del parco Iris. Unico modo, questo, per bloccare definitivamente la cementificazione di questo polmone verde, zona dove peraltro il 50% delle nuove costruzioni risultano ad oggi invendute.

Riassunto del piano: perequazione integrata su un'area complessiva di 124mila metri quadri (76mila di proprietà di CL/CdO), dei quali 86mila metri verranno concessi al Comune che li destinerà a verde pubblico (espansione del Parco Iris), sui restanti 38mila potranno essere costruiti 30mila metri cubi (circa un centinaio di appartamenti) che dovranno trovare posto a ridosso di uno dei polmoni verdi della città. A realizzarli dovrebbero essere circa 24 "soggetti" di cui fanno parte anche tre società di CL/CdO.

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RESPINTA LA LOTTIZZAZIONE NELLE AREE VICINE AL PARCO IRIS

di Lorenzo Cabrelle e Sergio Lironi, Legambiente Padova

Prima vittoria per comitato e associazioni che si oppongono alla cementificazione dell’area Iris. L’assessore Rossi proporrà al Consiglio Comunale di respingere il progetto di lottizzazione. Però è necessario che la delibera sia motivata per evitare una vittoria al TAR dei privati e che ponga i presupposti per allontanare i volumi dall’area in ragione del rischio idraulico e del rispetto del limite di suolo agricolo che può essere trasformato.

La lunga battaglia del Comitato IRIS e delle associazioni ambientaliste per la salvaguardia delle aree verdi comprese tra via Canestrini e via Forcellini ha registrato un primo significativo successo. L’assessore all’urbanistica, e vicesindaco, Ivo Rossi proporrà al Consiglio Comunale di respingere con una apposita delibera il progetto di lottizzazione presentato dai privati, in considerazione soprattutto del fatto che la soluzione proposta non rispecchia la volontà dell’amministrazione di utilizzare le aree cedute dai privati (richieste dalle norme urbanistiche) per un reale ampliamento del parco IRIS: la localizzazione della prevista nuova edificazione privata prevalentemente lungo via Canestrini e la distribuzione degli spazi verdi all’interno dei fronti edificati ne limiterebbe infatti la possibilità di una effettiva fruizione pubblica.

Diamo atto a Rossi e all’Amministrazione di aver accolto le richieste dei residenti, Comitato Iris, Legambiente, C.d.Q. e diversi consiglieri comunali di bloccare quella speculazione edilizia. Ora però bisogna allontanare in altra area quell’edificazione, utilizzando strumenti urbanistici come crediti edilizi o permute.
Nel condividere la proposta dell’assessore Rossi la Commissione Urbanistica ha comunque chiesto di poter esaminare e discutere in una prossima seduta le motivazioni che sostanzieranno la Delibera del Consiglio Comunale, fondamentali per evitare un possibile ricorso al TAR dei proprietari privati ed essenziali per evitare che un nuovo progetto, che preveda una semplice ridistribuzione delle cubature edilizie, debba in fase successiva essere automaticamente accettato dal Comune.
A tal fine, come in più interventi richiesto, noi riteniamo che nella delibera con cui si nega l’approvazione del progetto vengano inserite anche le seguenti motivazioni:

A) Tutta l’area è soggetta a rischio idraulico. Va quindi richiamato quanto indicato nei pareri espressi dai Consorzi di bonifica e dalla stessa Regione Veneto in relazione alla compatibilità idraulica ed alle norme del PATI, ovvero che non è sufficiente attestare la cosiddetta “invarianza idraulica” dei progetti di nuova lottizzazione, ma che preliminarmente ad ogni nuova autorizzazione di espansione urbanistica devono essere effettuati gli interventi per la messa in sicurezza di tutto il bacino scolante (interventi che nel caso specifico sono stati solo parzialmente avviati). E va ricordato che, sempre nei pareri ricordati, si suggerisce per le aree a rischio idraulico l’utilizzo dei crediti edilizi per la dislocazione delle volumetrie programmate in altri contesti urbani.

B) L’articolo 13 della legge urbanistica regionale pone un preciso limite al consumo di suolo agricolo: limite che deve essere quantificato nel Piano di Assetto del Territorio (PAT). Con propria deliberazione del novembre 2008 inoltre la Regione Veneto ha precisato che nel computo del suolo agricolo devono essere considerate tutte le aree aventi caratteristiche agricole (pur se temporaneamente abbandonate) indipendentemente dal fatto che il PRG previgente le destinasse ad altro uso. A conferma di questa prescrizione sempre l’Atto di Indirizzo della Regione Veneto sottolinea che “... è possibile la ricollocazione, all’interno del territorio comunale, delle aree interessate da precedenti previsioni di piano non attuate, nonché di quelle che, ancorché adottate, sono incompatibili con il PAT”. Le aree interessate dal progetto Iris rientrano in questa fattispecie.

C) Il Comune è quindi legittimato a proporre un trasferimento delle cubature già previste dal PRG in altro ambito urbano, tanto più in considerazione del fatto che nel PAT adottato - come ufficialmente riconosciuto dalla stessa Amministrazione - vi è stato un evidente errore nel calcolo del limite della Superficie agricola utilizzata (SAU) trasformabile. In base ai parametri regionali questa infatti non può essere superiore a 181.142 mq (anziché ai 667.944 mq erroneamente indicati nel PAT), un valore che dovrebbe essere già stato abbondantemente superato con i piani attuativi del Basso Isonzo e con la recente Variante di piano relativa a Mortise.


Fonte: "ECOPOLIS" n.309 del 14 ottobre 2011

venerdì 16 settembre 2011

LOTTIZZAZIONE NELL’AREA IRIS, QUALI MARGINI PER EVITARE LA CEMENTIFICAZIONE?

di Lorenzo Cabrelle - Legambiente Padova

In una recente intervista il vice sindaco e assessore all’urbanistica, Ivo Rossi ha affermato che, nell’area adiacente al Parco Iris, soggetta a perequazione edilizia, il comune sta facendo fino in fondo con trasparenza la sua parte ed è in attesa che i privati, nel rispetto delle previsioni urbanistiche, depositino presso gli uffici comunali il progetto definitivo.
A noi risulta, invero, che già in data 15 dicembre 2009 è stata presentata la richiesta di perimetrazione dell’area su cui realizzare l’intervento, con allegate tre diverse ipotesi planivolumetriche. È il comune, quindi, che è in difetto di una risposta, in quanto avrebbe già dovuto, dopo i necessari passaggi attraverso le commissioni di quartiere e la commissione urbanistica e, perché no, anche attraverso forme di partecipazione dei residenti (questo per noi significa trasparenza), fornire le puntuali direttive per il migliore assetto dell’area sotto il profilo del minore consumo di suolo e della massima estensione ed organizzazione del verde.

Ma non è questo il punto che ci interessa, quanto, invece, sapere attraverso quali forme si è giunti alla decisione (così almeno si evince dalle affermazioni del vice sindaco) di confermare l’attuazione della perequazione all’interno di un’area ad alto rischio idraulico, qual è quella che va dal Parco Iris al canale di S.Gregorio: un vero e proprio catino soggetto a frequenti allagamenti.
Attraverso quali passaggi formali, cioè, si è deciso di non tenere conto delle richieste dei quartieri 3 e 4, che, nei documenti redatti per la formazione del Piano di Assetto del Territorio (PAT), chiedevano di evitare in tale area ogni ulteriore cementificazione del suolo e di risolvere la questione dei diritti edificatori dei privati attraverso l’istituto dei crediti edilizi e l’individuazione di aree, pubbliche o private, dove trasferire i volumi previsti dalla perequazione.
Questo, sulla base del principio di trasparenza dell’iter decisionale evocato dal vice sindaco, vorremmo conoscere.

L’affermazione che non è possibile applicare al caso in esame l’istituto dei crediti edilizi è tutta da dimostrare. Altri comuni del Veneto, più piccoli e di certo più virtuosi (ad esempio Piove di Sacco e S.Donà di Piave), hanno già approvato il regolamento sui crediti edilizi. Perché Padova, capoluogo di Provincia, è in ritardo? Il fatto di non avere ancora il regolamento non può essere preso a giustificazione per consentire l’urbanizzazione di un’area soggetta a grave rischio idraulico.
Se una decisione formale non è ancora stata presa, e ciò sembra avvallato dal fatto che, in contemporanea con l’intervista rilasciata dal vice sindaco, l’assessore all’ambiente Alessandro Zan si è dichiarato contrario alla cementificazione nell’area Iris, i giochi potrebbero essere riaperti sulla base della ricerca dell’interesse prevalente che, a nostro avviso, riguarda la sicurezza idraulica del territorio piuttosto che il diritto ad edificare previsto dal piano regolatore, diritto che, come visto, si può tutelare in altro modo.


Fonte: "ECOPOLIS" n.305 del 16 settembre 2011

giovedì 8 settembre 2011

L'ASSESSORE ZAN BOCCIA IL NUOVO CEMENTO

Iris, Zan boccia il nuovo cemento: «Se costruiamo ancora, il quartiere sott'acqua»



«C'è un problema ambientale. Quello è l'ultimo grande cuneo verde della città, per di più già in emergenza idraulica». Alessandro Zan, assessore di Sinistra Ecologia Libertà (SEL), affronta il «caso Parco Iris» dal punto di vista delle sue competenze amministrative. «Un'area che va preservata, che è 7 metri sotto il livello del centro storico. Una sorta di catino che con l'incidenza di precipitazioni molto intense e concentrate finisce sott'acqua. Proprio perchè già fortemente urbanizzata» insiste Zan. Dunque, occorre massima cautela: «Negli anni Venti, il canale San Gregorio tagliò in due il "catino". Dall'altra parte, fu realizzata la zona industriale. Oggi siamo impegnati a fronteggiare le conseguenze del cemento a Forcellini: con l'idrovora di Voltabarozzo e con il nuovo impianto che scaricherà l'acqua nel canale».
Nel merito della perequazione urbanistica, Zan ha una posizione chiara: «Costruendo oltre i 60 mila metri quadri che già Compagnia delle Opere ha realizzato in quella zona, ci sarebbero rischi idraulici evidenti. Il lavoro del collega Ivo Rossi è stato importante, nella ricerca di un punto di mediazione fra i diritti dei privati e l'interesse della città. Mi permetto di ricordare che l'area in questione fu acquistata a poco prezzo all'epoca della giunta Destro, che poi ha modificato la destinazione a residenziale. Una porcheria: doveva restare verde agricolo». Come se ne esce? «Intanto la CdO dovrebbe farsi carico del fatto che è inopportuno impermeabilizzare ulterioremente la zona. Accetti di spostare altrove la cubatura. Crediti edilizi in cambio del polmone verde salvaguardato da Piccinato».
Infine, un appello alla ragionevolezza: «L'intera città sconta un'alta densità edilizia proprio a Forcellini, dove CdO ha il suo quartier generale. Nella nuova area, per altro, non esiste nemmeno un barlume di ERP. Case a prezzo di mercato, non certo edilizia in funzione delle giovani coppie. Tanto più che nella stessa zona ci sono palazzine con metà appartamenti invenduti, mentre dal Residence Iris c'è chi preferisce andarsene. Ecco, evitiamo di ripetere lo stesso errore».

Fonte: "Il Mattino di Padova" del 3 settembre 2011
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CL VUOLE "TRASLOCARE" LE SUE SCUOLE ALL'IRIS

Verde snaturato dal cemento. «La giunta metta tutte le carte in tavola».
di Matteo Bernardini e Ernesto Milanesi

Parco Iris o «cittadella ciellina». Il dilemma torna per la perequazione urbanistica che oppone il Comitato (che difende il verde pubblico) al quartier generale della Compagnia delle Opere. L'ultima versione del progetto edilizio prevede anche il "trasloco" delle scuole di CL. Conferma Sandro Ginestri, uno dei portavoce del Comitato Iris che con Lucio Passi di Legambiente ha pubblicato «Il danno. Padova: verde, speculazione e cemento nella seconda Repubblica». A pagina 46, c'è l'estratto del contratto con cui Iris Srl acquistò 76.656 metri quadri per circa 3 milioni di euro. Circa un terzo dell'area verde residua nella zona parco: grazie alla perequazione, ha prodotto un guadagno stimato in 4 milioni. «L'ipotesi di trasferire una delle scuole di formazione della galassia della CdO all'interno del parco Iris non ci coglie di sorpresa. Di fatto, è la riproposizione dello stesso disegno: cementificare un'area verde che invece dovrebbe essere salvaguardata. E' dal 2002 che ci stanno provando, prima con il progetto di un teatro; ora cercando di portarci la loro scuola. Il risultato non cambia».
PONTE DI BRENTA. Si tratta di traslocare da Ponte di Brenta una delle scuole della coop ciellina Dieffe scarl. «Sarebbe una soluzione impropria a vantaggio di una lobby che di fatto trasformerebbe il parco nel proprio giardino privato». La scuola di formazione andrebbe a inserirsi in un contesto dove sono già presenti il centro congressi papa Luciani, la mensa, un altro centro di formazione e gli alloggi Erp.
A RIMINI. Il 24 agosto Graziano Debellini, leader carismatico di CL e co-fondatore della fraternità, ha accolto al meeting il sindaco Flavio Zanonato e Ivo Rossi, assessore all'urbanistica, con la stessa ospitalità riservata negli stessi stand il giorno dopo a Pierluigi Bersani. La «giornata padovana» a Rimini quest'anno è stata in tono decisamente minore rispetto al recente passato. Dal punto di vista ciellino, comunque, la conferma di un legame storico. Ma il futuro del «polmone verde» del Forcellini è una partita aperta, quanto delicata. A rappresentare gli interessi che fanno capo alla CdO sarebbe stato chiamato l'avvocato Sergio Dal Prà, ex presidente della Fondazione Breda.
COMMISSIONE. Finora, di ufficiale a palazzo Moroni non risulta nulla. Ma con la ripresa dell'attività amministrativa il «caso Iris» è destinato a spiccare nell'ordine del giorno della Commissione Urbanistica presieduta da Luigi Mariani, ex assessore nelle giunte di Zanonato fino al 1999 e dal 2004 al 2009. Politicamente, il mega-progetto a ridosso del parco preoccupa i consiglieri di spiccata fede ambientalista. Italia dei Valori (secondo partito della maggioranza di centrosinistra) ha già aperto il «fuoco di sbarramento» nei confronti di CL. Perfino dentro il gruppo PdL c'è chi dissente, anche a dispetto del capogruppo. E la Lega Nord di solito non fa troppi sconti, quando si tratta di cemento.
COMITATO. Una volta di più, pretende le carte in tavola alla luce del sole. Lo aveva già fatto, ospitando alla libreria Zannoni l'eurodeputato Luigi De Magistris. Conclude Ginestri: «L'interesse dei cittadini è ben altro: mantenere il parco Iris più verde possibile. Se è vero che esiste una cubatura edificabile, potrebbe anche essere spostata all'interno di un'altra area. Il parco Iris non è un vuoto da dover riempire di cemento a tutti i costi. Però la scuola di formazione potrebbe essere a questo punto più utile, e remunerativa, degli alloggi ERP realizzati ormai diversi anni fa e però, in molti casi, ancora sfitti».

Fonte: "Il Mattino di Padova" del 2 settembre 2011
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venerdì 29 aprile 2011

MORATORIA EDILIZIA IN ZONA CRESCINI-FORCELLINI

Dopo una lunga ed accesa discussione, lunedì 18 aprile 2011 il Consiglio di Quartiere 4 ha approvato una mozione indirizzata al Comune affinché vengano sospese le edificazioni e i relativi piani nel bacino Crescini-Forcellini, colpito di recente da gravi e ripetuti allagamenti, almeno fino a che non saranno realizzate tutte le opere di salvaguardia idraulica previste, compresa quindi una nuova idrovora a Forcellini.
Cantano vittoria i cittadini che hanno già raccolto 3.000 firme contro le future edificazioni nell’area verde a fianco del parco Iris, aspettando una inversione di rotta da parte dell’amministrazione comunale.

lunedì 4 aprile 2011

ZONA PARCO IRIS: UN SOGNO VERDE PER MIGLIAIA DI CITTADINI

Sono già 2.300 e continuano a crescere di numero i firmatari della petizione che chiede lo stop alla cementificazione dell’area verde in zona parco Iris e la realizzazione di un unico grande parco urbano sulla totalità dell’area, minacciata invece da un progetto di costruzione di altri cento appartamenti.
Maurizio Malè, Presidente del WWF Padova - una delle sei associazioni promotrici della petizione - dichiara in proposito: “la natura in Italia ha subito negli ultimi 50 anni un significativo degrado dovuto alle attività dell’uomo. Molti ambienti naturali sono stati colpiti dalla frammentazione che ne ha deteriorato la qualità a causa in particolare di un progressivo consumo di suolo.
E’ esattamente ciò che sta avvenendo in zona parco Iris a Forcellini, dove una delle ultime aree verdi rimaste in città è già stata fortemente erosa negli anni da palazzi e cemento e dove ora dobbiamo assolutamente impedire che si realizzino i propositi di ulteriori edificazioni.
Sentiamo spesso dichiarazioni dei nostri amministratori sulla necessità di guardare al futuro ed evocare un progetto di città capace di far sognare i cittadini, ma poi nella realtà ci scontriamo sempre con progetti molto più vicini ai desiderata dei costruttori: auditorium, centro congressi, nuovo ospedale, nuova questura… gli ingredienti del sogno sono sempre fatti di mattoni e cemento e quasi mai di parchi e alberi. Addirittura anche quando si parla di parchi, la loro realizzazione o ampliamento vengono ancora una volta subordinati alla contemporanea costruzione di centinaia di appartamenti su una parte dei terreni.
La calorosa adesione a questa raccolta firme dimostra invece come il sogno di molti cittadini sia quello di salvare tutta l’area verde compresa tra via Forcellini e via Canestrini e di realizzarvi per intero un unico, vero, grande parco urbano. D’altronde è sufficiente vedere in quanti si sono riversati al parco Iris in questo weekend di sole per rendersi conto di quanto sia forte l’esigenza di verde in città. Chi ci amministra deve rendersene conto prima che sia troppo tardi e di terreni verdi non ne siano rimasti più.

Maurizio Malè
Presidente WWF Padova

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giovedì 31 marzo 2011

RIUNIONE DI CONDOMINIO 2011

S'è svolta martedì sera 29 marzo c/o patronato di San Gregorio l'Assemblea annuale del Residence Parco Iris convocata per approvare le spese per i consumi.
Rispetto alle "passate edizioni", quest'anno è stata molto più veloce (due ore circa) ma poco partecipata dagli inquilini e poco "animata".
Il problema principale emerso è sempre le elevate spese condominiali che, per un Residence definito a "canone calmierato" (rivolto principalmente alle giovani coppie), sono insostenibili per molti inquilini: dal Preventivo spesa 2011 leggiamo che s'arrivano a pagare anche 3.000 Euro/anno per un appartamento in duplex da 90 mq, importo che versa l'inquilino di un appartamento di 110 mq in un prestigioso residence (con servizio di portineria) di Via Nazareth (zona san Camillo).
Qualche condomino ha inizialmente fatto presente all'Amministratore proprio questo aspetto.
L'Amministrazione, dal canto suo, si giustifica col fatto che ci sono "molti servizi" e, comunque, si sono cercati fornitori più convenienti.
Di comune rilevanza il fatto che continuano, purtroppo, a verificarsi atti incivili (parcheggio selvaggio, sporcizia, danneggiamenti di cancelli/basculanti, spazzature nei cestini del giardino, etc.) che ledono soprattutto gli spazi comuni e l'immagine.
Infine, si evidenzia che la Proprietà, stranamente questa volta, non è praticamente stata interpellata... ma i problemi legati alla dubbia qualità della costruzione (muffe, infiltrazioni, etc.) rimangono, seppur minori e comunque monitorati dalla CERV, come periodicamente documentato su questo blog.

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martedì 22 marzo 2011

E LA POLITICA COSA DICE SULLA "QUESTIONE IRIS"?

SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA':
Sinistra Ecologia Libertà ha fra i suoi obiettivi fondamentali la tutela e il risanamento dell’ambiente che viene frequentemente profanato da piccoli e grandi interventi distruttivi. Il Parco Iris fa parte di quella categoria di beni che per caratteristiche idrologiche, paesaggistiche e urbanistiche, dovrebbe essere rispettata, almeno per quel che rimane del “cuneo verde”, straordinaria intuizione di Luigi Piccinato, autore del PRG del 1954. Tre, quindi, le questioni che vogliamo sollevare per evidenziare che costruire ulteriormente in zona Iris non è la scelta migliore.
1. Questione idraulica. Vista la frequenza di condizioni meteorologiche che non si possono ormai più considerare “eventi eccezionali”, come dimostrato dalle ultime inondazioni dell’area, vista la funzione di bacino che la stessa svolge per il deflusso delle acque di Padova, riteniamo sbagliato, per gli abitanti attuali e futuri, aggravare il rischio idraulico con ulteriori edificazioni (la portata d’acqua scaricata da una zona urbanizzata è anche 20 volte superiore a quella di un’area verde). Sia la Regione Veneto che il Consorzio di Bonifica, con una nota, mettono in guardia da questo rischio: “La progettazione di nuovi interventi che possano comportare un incremento del rischio idraulico, soprattutto in zone o bacini già particolarmente sofferenti non potrà prescindere dalla preventiva necessità di individuare le misure strutturali e le risorse necessarie per la risoluzione delle criticità in essere”. Anche i Consigli di Quartiere 3 e 4 hanno già espresso in passato perplessità e preoccupazione.
2. Questione Abitativa. Il mercato delle abitazioni risente della crisi e, ad esempio, proprio nel raggio di 600 metri dal Parco Iris ci sono 4 nuovi edifici semivuoti. La diminuzione della popolazione in presenza dell’aumento di metri cubi costruiti dal 1981 (anno di picco) ad oggi e le condizioni ambientali sempre più precarie suggeriscono, più che ulteriori edificazioni, la realizzazione di interventi per la sicurezza idraulica del territorio e la sospensione, almeno temporanea, dell’edificabilità per l'area in oggetto ed altre aree che presentino caratteristiche simili. Le giovani coppie si trattengono a Padova se trovano alloggi a basso costo. Ma non è quello che offre il mercato, né lo offrirà l’intervento (33.000 metri cubi) che la Compagnia delle Opere intende realizzare nell’area del Parco.
3. Questione paesaggistica. In cambio, si dice, il Comune riceverebbe gratuitamente 9 ettari di area verde. È un acquisto importante per la città, è vero. Ma abbiamo spesso sentito chi l’amministra affermare che il verde ha un costo troppo elevato, che il Comune non ha i soldi per la manutenzione e che è costretto vendere aree e immobili pubblici per fare cassa. Il Cuneo Iris è la campagna che entra in città quasi a lambire le mura Cinquecentesche, polmone verde destinato oggi a grande parco urbano. Rovinarlo con la costruzione di nuovi edifici è un atto irreversibile e poco lungimirante.


PARTITO DEMOCRATICO:
In attesa del comunicato.


RIFONDAZIONE COMUNISTA:
In attesa del comunicato.


ITALIA DEI VALORI:
In attesa del comunicato.


LEGA NORD:
In attesa del comunicato.


POPOLO DELLE LIBERTA':
In attesa del comunicato.

mercoledì 16 marzo 2011

CAMPI INZUPPATI e PISCINE NATURALI

Mercoledì 16 marzo 2011 - Piove da ormai qualche ora e i terreni circostanti il Residence iniziano ad essere saturi d'acqua.
Si sottolinea che in questo lotto è stato concesso il permesso a costruire (n.4577/08) una palazzina:


Qui, invece, alcune foto scattate in periodi diversi dell'area sulla quale sorgerà il nuovo insediamento.. è ben visibile il laghetto naturale:


martedì 15 marzo 2011

POSSIBILI ALTERNATIVE ALL'ULTERIORE CEMENTIFICAZIONE IN AREA IRIS

Premessa:
 considerata l’inopportunità di impermeabilizzare ulteriormente l’area;
 visto il progressivo snaturamento ad opera dalle Amministrazioni Comunali dei cunei verdi previsti con lungimiranza da Piccinato;
 considerata la funzione di bacino per il deflusso delle acque di Padova, la frequenza di condizioni meteorologiche che non si possono più considerare “eventi eccezionali”, dimostrate delle ultime inondazioni dell’area in questione;
 viste le osservazioni della Regione e del Consorzio di Bonifica al PATI di Padova che diventeranno vincolanti alla sua approvazione, ma che già oggi non possono essere ignorate;
 apprezzata la condizione di “invariante ambientale” richiesta dalle Norme Tecniche di Attuazione del PAT adottato (quindi in misura di salvaguardia) che attraverso nuove edificazioni non si realizzerebbe se non con misure di risanamento idraulico e fognario funzionanti ( si ricorda la mozione approvata dal C.C. sull’idrovia);
 visto che la richiesta di “perimetrazione” non prevede nelle Norme Tecniche di Attuazione termini per la risposta alla stessa e che vi sono nel già costruito alloggi ancora invenduti si considera un atto di grave irresponsabilità la concessione di nuovi interventi edilizi, in presenza di condizioni a rischio aggravato da ulteriori edificazioni, che con probabilità elevate si verranno ancora a creare, maturate peraltro conoscendone gli effetti.
Difficile in queste condizioni sarà per il Comune sottrarsi all’obbligo di risarcire i danni (non potrà dire che non sapeva, mentre il privato avrà i vantaggi economici dell’operazione senza rischi).

Le possibili soluzioni potrebbero quindi essere:
perequazione ad arcipelago;
variante al PRG (attraverso il PAT in controdeduzioni);
sospensione fino alla messa in sicurezza dell’area, auspicando il voto in Consiglio Comunale della mozione depositata lo scorso dicembre;
crediti edilizi (contemplati nella LR, applicati da alcuni Comuni in assenza di Direttiva regionale. Un disciplinare dovrebbe dare criteri generali. La LR affida al PAT questo compito - non esaudito in quello di Padova - sia per i crediti che per la perequazione, poi il PI darà disposizioni più precise). La difficoltà di applicazione di questo strumento sta nel fatto che il Comune ha venduto delle aree pubbliche edificabili sulle quali avrebbero dovuto “atterrare” i crediti edilizi e fra questi quelli del Parco IRIS. Una operazione di scarso respiro e lungimiranza fatta per incassare subito del denaro ma incapace di una visione strategica che alla fine può essere anche più redditizia per le casse del Comune.

La proposta presentata dai proponenti prevede la costruzione di edifici in linea per 33.000 mc sparpagliati sull’area privata, con 2 villette dei proprietari/proponenti che si affacciano sul parco. L’area ceduta gratuitamente dai privati lottizzanti (C.L. / Compagnia delle Opere) al Comune circa 9 ettari è un acquisto importante per la città. Ma abbiamo sentito chi l’amministra, ripetere che il verde ha un costo troppo impegnativo a causa della manutenzione, che il Comune non ha soldi, che meglio è vendere aree e immobili pubblici per fare cassa. Quindi che pensare? Si vendono le aree che già si hanno e se ne vogliono recuperare altre lasciando costruire qualche migliaio di metri cubi in posizione sbagliata?
Per poi magari rivenderle perché costano, come è recentemente accaduto.
E’ stato un errore assegnare nel PRG una capacità edificatoria a quest’area.
Se c’è la volontà di correggerlo, si prendono in esame le proposte alternative presentate (o altre migliori) e si discutono.
E’ innanzi tutto una scelta politica che delinea l’immagine della città che vogliamo, diritti pubblici e diritti privati compresi, vantaggi economici e rischi, benefici per gli operatori immobiliari o per il quartiere e la città.

Arch. Luisa Calimani

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venerdì 4 marzo 2011

PETIZIONE A FAVORE DEL VERDE E DELLA SALVAGUARDIA IDRAULICA

Comitato IRIS, Comitato StopAllagamenti, Legambiente, Ass. Alvise Cornaro, Amissi del Piovego e WWF, hanno da poco promosso una nuova raccolta firme per dire:
- NO a nuovo cemento nell'area verde in zona Parco Iris
- SI ad un vero, grande Parco urbano contro gli allagamenti


E' possibile firmare la petizione ai banchetti organizzati in zona Forcellini-Canestrini oppure on-line al seguente indirizzo: http://www.legambientepadova.it/PetizioneIris

Di seguito il testo della petizione che verrà inviata al Sindaco, agli Assessori, ai Consiglieri Comunali, ai Consiglieri dei Quartieri 3 e 4 ed al Consorzio di Bonifica Bacchiglione:

NO a nuovo cemento nell'area verde in zona Parco Iris,
SI ad un vero grande parco urbano contro gli allagamenti

I sottoscritti cittadini chiedono un esempio concreto di una città rispettosa dell'ambiente, che aiuti a contrastare il rischio di nuovi allagamenti.

UN’AREA VERDE...
L’area verde in zona Parco Iris, (compresa tra via Canestrini e via Forcellini, il Parco Iris e i nuovi palazzoni ERP di via Gerardo) è una delle ultime aree verdi di grandi dimensioni rimaste all’interno della città urbanizzata dove si potrebbe ancora realizzare un vero, grande Parco urbano.
...A RISCHIO IDRAULICO
L’intera zona Focellini-Canestrini-Crescini è estremamente vulnerabile dal punto di vista idraulico come hanno dimostrato i recenti allagamenti che hanno creato danni per milioni di euro.
DOVE SERVE PREVENZIONE...
Gli interventi previsti o già in corso - nuova idrovora San Gregorio, potenziamento idrovora Voltabarozzo e rifacimento condotta fognaria via Crescini - sono necessari ma non sufficienti a garantire la salvaguardia idraulica dell’area e vanno perciò affiancati da un’azione di tutela delle aree verdi.
...NON CEMENTO
L’ulteriore edificazione nell’area verde con altri 100 appartamenti circa aggraverebbe infatti il rischio di allagamenti per le nuove e le vecchie costruzioni della zona.
I CITTADINI L’HANNO CHIESTO...
In più occasioni, come ad esempio nei percorsi partecipati del 2007, i Quartieri e i cittadini hanno chiesto di fermare l’edificazione dell’area e di spostare la cubatura prevista, indicando aree non a rischio allagamenti e già destinate ad essere edificate.
...E LA REGIONE LO CONSIGLIA
La stessa Regione Veneto ha consigliato di spostare i nuovi interventi edilizi in zone non a rischio idraulico, nel suo recente Parere di compatibilità idraulica del PATI.


Per maggiori informazioni: comitatoiris@gmail.com

mercoledì 16 febbraio 2011

IL RESIDENCE IRIS SI METTE IL CAPPOTTO!

In questi giorni si stanno effettuando vari interventi di installazione del "cappotto esterno" su alcuni punti d'un paio di palazzine. Tempo addietro ne erano stati effettuati degli altri.
La domanda sorge spontanea: ma perchè non è stato fatto durante la costruzione? Facciamo un conto di quanto sarebbe costato aver realizzato meglio il Residence (considerando anche i 16.000 Euro ad appartamento di contributo regionale) e quanto costano tutti questi interventi successivi?!

mercoledì 2 febbraio 2011

COMITATO STOP ALLAGAMENTI

Anche a Padova saremo costretti alle paratie anti-allagamento come a Venezia?

E' la domanda che, sempre più spesso e con inquietudine, si pongono gli abitanti delle aree limitrofe alle vie Facciolati, Forcellini, Canestrini e Crescini, Vlacovich e Comino, duramente colpite dagli allagamenti del 16 settembre 2009 e del 12 maggio 2010.
In meno di nove mesi sono finiti sott'acqua per ben due volte non solo taverne e garage, ma anche abitazioni, negozi e laboratori.
I danni sono ingentissimi ed il Comune non li risarcisce, anzi si nasconde dietro "il dito" dell'evento straordinario, e così pure Acegas-APS, e Consorzio Bacchiglione.
I dati ARPAV, invece, ci dicono il contrario: infatti precipitazioni intense come quelle di settembre e di maggio, avvengono, purtroppo, da tempo e con una significativa frequenza.
La verità è ben altra: l'impianto fognario delle zone sopracitate è insufficiente perché sottodimensionato, la manutenzione dello stesso gravemente carente, non solo ma ad oggi non è ancora ben chiaro se gli impianti idrovori abbiano funzionato correttamente durante e dopo i temporali.
A ciò deve poi aggiungersi l'intensa urbanizzazione autorizzata dal Comune in queste zone da sempre considerate ad alto rischio idraulico, grazie a varianti al piano regolatore di Piccinato tecnicamente mal valutate dal punto di vista idraulico-fognario. Queste in breve le reali cause degli allagamenti.
Pertanto i cittadini sensibili a queste problematiche ed in particolare quelli danneggiati non hanno avuto alternativa al costituirsi in Comitato per intraprendere tutte le iniziative necessarie al fine da un lato di vedere tutelate le proprie ragioni nei confronti del Comune e degli Enti deputati alla manutenzione ed al regolare funzionamento dell'impianto fognario della zona, dall'altro di non vivere più nella paura di vedere le loro case finire sotto acqua di fogna.
Nasce così a Padova il "COMITATO STOP ALLAGAMENTI".
Esso si propone:
a) di coadiuvare, anche attraverso la consulenza ed assistenza fornita da legali del Foro padovano, tutte le azioni, comprese quelle giudiziarie, per ottenere il risarcimento dei danni patiti nel settembre 2009 e/o nel maggio 2010;
b) di promuovere e/o favorire le iniziative per risolvere il problema degli allagamenti nelle zone sopracitate ed a Padova più in generale.
Tutti infatti sono ben consapevoli che il rischio di finire nuovamente sott'acqua è sempre incombente e sottovalutato dalle Autorità competenti che, a quasi un anno di distanza, poco hanno fatto per risolvere alla radice il problema.
Il "COMITATO STOP ALLAGAMENTI", pertanto, si propone anche quale portavoce degli interessi della collettività nei confronti del Comune, di Acegas-APS e del Consorzio Bacchiglione affinché provvedano a porre in essere tutto quanto è necessario perché eventi come quelli di Settembre 2009 e Maggio 2010 non costituiscano più un pericolo per questa città già pesantemente colpita.
Un passo che l'Amministrazione Comunale può fare come atto concreto verso la soluzione dei problemi esposti è l'approvazione della moratoria edilizia, almeno nelle zone colpite dagli allagamenti, fino a che non sarà risolto il problema della sufficienza ed efficienza degli impianti fognari sia nella situazione “territoriale” attuale, sia in quella che si prospetta dopo la moratoria stessa.

In questa ottica il Comitato invita tutti i cittadini interessati ad inviare documentazioni, segnalazioni, proposte e adesioni all'indirizzo e-mail: comitatostopallagamenti@gmail.com e/o collegandosi alla pagina Facebook “Comitato StopAllagamenti”.
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DOSSIER LEGAMBIENTE SU ALLAGAMENTI ZONA PARCO IRIS

01.02.2011 – In questi giorni l’Amministrazione cittadina ha in programma incontri e riunioni per decidere sull’ulteriore edificazione della zona Parco Iris: oggetto degli incontri la “perimetrazione d’ambito”.
Ci sembra perciò utile diffondere in questi giorni il dossier (clicca qui) – spiega Sandro Ginestri, coordinatore di Legambiente Padova – sugli allagamenti degli ultimi anni e il rischio idraulico della zona che dimostra come un’ulteriore edificazione aggraverebbe ulteriormente il rischio a cui è sottoposta quell’area. E’ necessaria una moratoria edilizia e il trasferimento di cubatura in altre zone della città utilizzando strumenti come i crediti edilizi o la compensazione”.

Ecco in sintesi i contenuti del dossier:

- Gli allagamenti di via Canestrini - Eventi imprevedibili assolutamente prevedibili:
Nell’arco di pochi mesi a Padova si sono avuti due grandi allagamenti a seguito di forti piogge: 16 settembre 2009 e 12 maggio 2010. L’area più colpita è stata quella del cosiddetto bacino Forcellini-Canestrini-Crescini. La pioggia più importante, quella del 12 maggio 2010, ha fatto registrare una precipitazione di 40,6 mm d’acqua in 30 minuti. Secondo i dati del centro Meteorologico di Teolo, di eventi simili per intensità e durata, nella provincia di Padova se ne sono registrati 20 negli ultimi sei anni, 15 dei quali con valori uguali o superiori ai 40 mm e con punte superiori addirittura ai 50 mm. Non quindi eventi così eccezionali e imprevedibili ma fenomeni che ultimamente si sono registrati con una media di almeno due volte all'anno nel territorio padovano.

- I costi per la comunità:
Le domande di risarcimento danni per i due allagamenti ammontano a circa 3,5 milioni di Euro, e prevengono principalmente da cittadini dalla zona Forcellini-Canestrini-Crescini. Come spiega il dossier i danni in realtà superano tale cifra.

- Rischio e cemento in zona Iris:
L’area Forcellini-Canestrini-Crescini è un vero e proprio catino, formato da terre basse racchiuse dalle sponde degli argini Scaricatore e San Gregorio che impediscono il deflusso delle acque che vi si accumulano. Per questo motivo la zona è definita come “estremamente vulnerabile dal punto di vista idraulico” dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione. Motivo per cui alcuni terreni, erano stati destinati a verde pubblico dal precedente Piano Regolatore del Comune. Infatti, quando il suolo è reso impermeabile da strade, tetti, piazzali, etc., l’acqua piovana non viene più assorbita dal terreno ma perviene rapidamente ai canali e agli impianti idrovori. La portata scaricata da un’area urbana è anche 20 volte superiore rispetto a quella di un’area agricola.
Il PRG stato però modificato consentendo l’edificazione delle aree verdi e avvallando indecorose operazioni speculative.

- Le soluzioni:
Nei terreni attigui al Parco Iris, compresi tra via Forcellini e via Canestrini, dopo i 135 appartamenti del Residence Parco Iris, si vorrebbero ora costruire altri 100 alloggi.
Il Consiglio Comunale del 12 luglio 2010, ha approvato alcuni interventi in zona: il raddoppio dell’idrovora a Voltabarozzo, una nuova idrovora sul canale San Gregorio, il rifacimento ed ampliamento della rete fognaria di via Crescini. Interventi fondamentali per dare una risposta ai ripetuti allagamenti dell’area ma non sufficienti. Una moratoria edilizia, in attesa degli interventi di salvaguardia idraulica, è quindi il primo passo da compiere.
Serve poi lavorare sulla prevenzione: è particolarmente importante il destino dei terreni verdi attigui al Parco Iris, che vanno salvaguardati creando un vero grande parco urbano. Per questi motivi, come già indicato nei percorsi partecipati per il nuovo Piano di Assetto Territoriale del Quartiere, la cubatura prevista in zona Iris va trasferita in aree non a rischio e già destinate ad essere urbanizzate, utilizzando strumenti come i crediti edilizi o la compensazione per permettere lo spostamento delle cubature in altre zone.


E’ QUI POSSIBILE SCARICARE IL DOSSIER COMPLETO


Fonte: LEGAMBIENTE PADOVA

GEMELLAGGIO

FIRENZE - Nel capoluogo toscano, a Giugno 2008, sono stati finalmente consegnati i primi attesissimi alloggi ad affitto calmierato del programma nazionale “20.000 abitazioni in affitto“, nell’ambito del cosiddetto “Social Housing”.
Non si tratta quindi della classica edilizia popolare in cui i proprietari sono le amministrazioni pubbliche o a maggioranza pubblica ed a canoni sostenibili da tutti, ma di abitazioni di proprietà privata (ben sovvenzionata dal pubblico) i cui canoni invece superano anche i 500 Euro al mese.
Ci troviamo appunto a San Lorenzo a Greve, periferia ovest di Firenze, a due passi dal nuovo centro commerciale Coop, e, una volta tanto, c’erano tutte le ragioni per essere contenti.
Gli inquilini si ritrovano invece oggi costretti a vivere una serie di preoccupanti problematiche che, nonostante i pochi mesi di vita del fabbricato, stanno interessandone una buona parte degli appartamenti e delle parti comuni.
Il problema più drammatico è senz’altro la muffa, che ha iniziato ad invadere le stanze già dal primo inverno (oggi siamo al terzo) e visto che una parte della stessa si forma in zone particolari delle pareti , si ritiene che sia causata da inadeguata coibentazione a causa di seri vizi e presunte irregolarità costruttive.
La vicenda di Firenze si specchia alla perfezione con quella degli inquilini del Residence Parco Iris di Padova e fa pensare ad una inquietante regia comune.
Nel gennaio 2010 i 50 assegnatari di San Lorenzo a Greve (FI), provenienti da un bando comunale (solo per la selezione) ed adesso inquilini della società Affitto Firenze S.p.A., si sono riuniti in un Comitato ed hanno dato via a un Blog visitabile al seguente link:

http://sanlorenzoagreve.wordpress.com/

Comitato Assegnatari – Inquilini del Bando comunale Ventimila Alloggi in Affitto – San Lorenzo a Greve (FI).

Riccardo Ciaccheri (Presidente "Comitato Inquilini Ventimila Alloggi in Affitto San Lorenzo a Greve")

venerdì 21 gennaio 2011

LA LOBBY DI DIO

Giovedì 9 dicembre 2010 nella Sala Anziani del Comune di Padova è stato presentato il libro di Ferruccio Pinotti "LA LOBBY DI DIO", con interventi di Giovanni Viafora, dell'assessore alla Cultura Andrea Colasio, del professore di Sociologia delle religioni Stefano Allievi, del giornalista de "Il Manifesto" Ernesto Milanesi e dell’autore. Sala gremita, presenti esponenti politici locali e di CL/CdO.
Questo interessante libro racconta per la prima volta dall’interno come funzionano Comunione e Liberazione ed il suo braccio finanziario, la Compagnia delle Opere (una rete di più di 34.000 imprese - tra cui MATTIOLI, CERV, STE ENERGY, etc. -, un fatturato complessivo di almeno 70 miliardi di euro). Un potere che sembra inarrestabile. “Questo nostro modello conquisterà l’Italia” ha detto Roberto Formigoni (presidente della regione Lombardia). Il modello, in gergo ciellino, si chiama “amicizia operativa”. E oggi sempre più imprese, complice la crisi finanziaria, si avvicinano a CL per godere dell’ombrello protettivo della Compagnia delle Opere. I risultati? Per farsi un esempio basta visualizzare le pagine di questo blog del quale, peraltro, ne è stata impedita la citazione sul libro.

Ecco la copertina del libro: