mercoledì 28 marzo 2012

RIUNIONE DI CONDOMINIO 2012

S'è svolta martedì sera 27 marzo c/o patronato di San Gregorio Magno, a Padova, l'annuale Assemblea condominiale del Residence Parco Iris.
Anche quest'anno è stata una seduta abbastanza veloce (circa un'ora e mezza), poco "animata" e purtroppo poco partecipata dagli inquilini; erano presenti quasi 1/5 dei conduttori, una ventina di persone in meno rispetto alla precedente.
Tutti i quesiti dei condòmini rivolti all'Amministrazione riguardavano prettamente le spese ed i frequenti guasti a elementi comuni (basculanti, cancelli, etc.).
Riguardo ai costi, l'Amministrazione riferisce che si sono avuti risparmi, ad esempio sul giardinaggio e sul consumo di combustibile (circa 3.000 Euro). Su quest'ultimo rimane qualche dubbio, in quanto c'è da rilevare che molti appartamenti erano sfitti nel periodo invernale.
A detta di tutti, rimangono invece alte le spese per la gestione della centrale termica (circa 14.000 Euro/anno).
La proprietà riferisce che sta apportando modifiche migliorative ai 5 portoni basculanti degli interrati ed esorta al pagamento delle spese condominiali: molti locatari, infatti, si trovano morosi o in arretrato con le spese condominiali.
C'è da sottolineare, infine, il richiamo dell'Amministrazione ad assumere comportamenti civili che non vadano a disturbare il vicinato e/o non vadano a recare danni alle parti comuni.

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giovedì 1 marzo 2012

PEREQUAZIONE E DESTINO DELLE AREE VERDI

di Fabio Casetto

Con la primavera alle porte torna il dibattito sulle aree verdi cittadine ed il loro destino.
Malgrado le oltre 5.000 firme raccolte dai Comitati e le richieste politiche di valutare altre soluzioni, la possibilità di non edificare nell’area compresa tra il Parco Iris e le vie Forcellini-Canestrini-Gerardo non è stata presa in considerazione né dai Committenti né dal Comune. Le uniche alternative in ballo, sulle quali immobiliaristi e Palazzo Maroni giocano a ping-pong, sono: edificare a pettine grossi palazzoni lungo le vie Canestrini (4 condomini) e Forcellini (2 condomini), o spostare tutta la cubatura sull’area d’angolo tra Via Forcellini e Via Gerardo, ovvero sul campo di frumento contiguo al quartier generale di CL/CdO. E proprio le ultime voci danno la maggiore probabilità - leggi volontà - a trasferire i circa 30.000 metri cubi del Piano qui nei 39.530 metri quadri (lotto da 31.300 mq a seminativo identificato come Mapp.601 del Fg.160 + lotto da 8.200 mq a vigneto identificato come Mapp.10 del Fg.160), classificati nel P.R.G. vigente come “Verde pubblico attrezzato di interesse generale“, di proprietà per 4/18 di "EFFEGIEFFE COSTRUZIONI S.r.l." e per 14/18 della "SASS MAOR S.r.l.".
Fatta questa premessa, è doveroso informare che in zona Forcellini non è solo la questione IRIS a destare preoccupazione, ma è il futuro di tutta l’esclusiva zona agricola compresa tra le Vie Filiasi-Boccaccio-Testa: oltre 75.000 mq già nelle mani di un paio tra i costruttori più attivi in zona (le varie società dell’immobiliarista Marcato e la SIMPRA). Aree agricole, queste, già destinate a “Perequazione urbana” dal PRG vigente e che presto potrebbero essere oggetto di qualche importante PUA.
Negli ultimi anni si sono susseguite, nella quasi totale indifferenza, compravendite di terreni da privati a immobiliari e varianti al PRG che hanno trasformato i campi da agricoli a edificabili col meccanismo della perequazione. Tale strumento giustifica sostanzialmente la costruzione di nuovi edifici in cambio di ottenere nuove aree verdi, ma che in realtà è un escamotage per non aggravare le già povere casse comunali e far sì che siano i privati a realizzare le opere di urbanizzazione più qualche giardino in cambio di appetibili volumetrie che vanno a saturare, senza una visione strategica di città, il territorio.
L’urbanistica a Padova non dev’essere un’operazione microscopia a completamento degli spazi lasciati vuoti dal P.R.G. del 1954 di Piccinato e/o dei lotti non edificati dall’Amministrazione Crescente (1947-1970). Si deve (ri)pensare la città come un corpo unico che funziona proprio per la sua coesistenza di “spazi vuoti” e “spazi pieni”, ponderandoli e progettandoli anche mediante percorsi partecipativi, tenendo conto delle reali esigenze degli abitanti da qui ai prossimi almeno 20 anni.
Le conseguenze d’una mancanza di visione strategica le vediamo, ad esempio, nell’aumento dell’inquinamento atmosferico o subito dopo eventi meteorologici sopra la media, quando fognature e corsi d’acqua entrano in crisi.

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