lunedì 20 aprile 2009

Un'opera d'arte dadaista sul mio terrazzo



Vorrei condividere con voi il museo degli sfiati che il Cerv ha voluto regalare al mio terrazzo, sulle prime mi stavo incazzando, poi invece è iniziato a piacermi, mi sento un privilegiato a poter sfoggiare in casa una scultura dadaista di questo calibro. "Non è definitivo" mi han detto al Cerv, quasi quasi mi dispiace...

venerdì 17 aprile 2009

Il New York Times parla del blog...

http://www.nytimes.com/2009/04/13/technology/start-ups/13hyperlocal.html?_r=1&hpw

lunedì 13 aprile 2009

Iris, storia di una speculazione edilizia

Riceviamo e pubblichiamo uno scritto sulla storia della nostra area. Se qualcuno ha da aggiungere o smentire qualcosa, il blog è a disposizione. Baci e buona Pasqua a tutti.

L’area compresa tra il via Gerardo ad est, via Forcellini a nord, via canestrini a sud ed il parco IRIS ad ovest, fin dagli anni ’70 ha sempre avuto una destinazione urbanistica tale da non consentire alcuna cubatura edificabile ed i tentativi di approccio dei proprietari (sempre gli stessi) con la pubblica amministrazione non hanno portato ad alcun apprezzabile risultato.

Nel 2001 improvvisamente è successo in pochi mesi quello che prima non era successo in tanti anni, ovvero:
Nei mesi di febbraio e marzo è passata di mano gran parte dell’area in questione, e più precisamente:
Il giorno 27/2/01 del foglio 160 i mappali n. 36, 37, 38, 39, 40, 41, 63 vengono trasferiti dalla famiglia Mason a IRIS SRL (codice fiscale 03597580285) con atto redatto dal notaio Bordieri di jesolo (allegato 1). Dall’atto si può vedere che il terreno (76.656 mq) è stato comprato per 6 miliardi di vecchie lire (3.098.741,39 euro) per una costo al mq di lire 78.272 (euro 40,42) . Il soggetto economico che si muove dietro la IRIS SRL non è facile da identificare, tra i soci appaiono infatti varie società e cooperative tra cui: la “Mattioli SPA”, Isoedil e la Soles SPA il che ci fa pensare che la proprietà sia riconducibile alla “Compagnia delle Opere” (vedasi allegato articolo de “Il Gazzettino del 1/10/03):
Il giorno 6/3/01 il mappale 29 viene trasferito dai proprietari (Ferri de Lazara) alla società “Ponte delle Torricelle SRL”. L’appezzamento di 50.580 mq viene ceduto al prezzo di 3,3 miliardi di vecchie lire (euro 1.704.307,77) per un costo unitario di lire 59.140 al mq (euro 30,54). Le quote della società compratrice sono al 50% della ditta “Tosatto SPA” ed al 25% ciascuno dai signori Miatto Roberto e Miatto Rosanna;
Nel novembre del 2001 il comune cambia la destinazione urbanistica della zona, prevedendo un coefficiente minimo di cubatura edificabile (0,30 mc per ogni mq);
Il 5/2/2002 la società “Ponte delle Torricelle SRL” stipula con il “Consorzio IRIS” un contratto preliminare (vedasi allegato n. 2) con il quale la società si impegna, in previsione di un ipotetico futuro “accordo di programma con il Comune di Padova” di cedere al consorzio IRIS 24.500 mq in cambio della maggiore cubatura ottenibile (oltre i 21.000 mc ) dal citato accordo di programma;
Nel marzo del 2002 il “Consorzio IRIS” presenta in una sala del Caffè Pedrocchi il citato accordo di programma che dovrebbe venire stipulato di lì a poco, ma nei mesi successivi non viene stipulato alcun accordo;
E siamo al 2003 quando a settembre una delibera comunale destina una parte del terreno comprato nel 2001 da IRIS SRL a “PEEP” con coefficiente di edificabilità di 1 mc ogni mq. Inoltre la regione Assegna un finanziamento di 2,8 milioni di euro a questa iniziativa di edilizia popolare. Le cooperative una volta costruito i 135 alloggi devono darli in locazione a canone convenzionato per 8 anni e poi ovviamente potranno disporne per il futuro

Riassumendo: sono stati acquistati terreni a prezzi sui 30/40 euro al mq e successivamente il comune ne ha variato l’indice di cubatura fino ad assegnare un metro cubo ogni metro quadro.
Considerando che nel mercato attualmente un metro cubo di edificabilità vale anche 250/300 euro, si può dedurre che dal momento del cambio di proprietà i terreni in questione sono aumentati da due a sette volte il loro valore iniziale.
Inoltre per costruirli beneficiano di un finanziamento regionale (quindi pagato dall’intera collettività) per poi avere (salvo che nel breve periodo dei primi 8 anni) la disponibilità degli immobili.

Se consideriamo che attualmente è più facile entrare nel LIONS CLUB che in una cooperativa di CL (a meno che non si venga adeguatamente “presentati” da chi già è inserito), ci rendiamo facilmente conto che questo progetto, anziché essere un’iniziativa di edilizia pubblica risulta essere una speculazione edilizia effettuata con fondi regionali e che va a favorire solo alcuni privilegiati.

Da parte dei residenti c’è un sentimento di amarezza, sconcerto ed indignazione verso l’amministrazione comunale che ha assecondato gli appetiti degli speculatori edilizi.

Nell’ultima tornata elettorale in tutto il quartiere, in gran numero hanno votato per la maggioranza di Zanonato, fiduciosi della forte opposizione fatta su questo progetto in consiglio comunale. Ora si aspettano un cambiamento, una svolta, si aspettano che venga concretizzata l’opposizione fatta a suo tempo su questi provvedimenti.

Se non dovesse cambiare niente e la speculazione dovesse andare in porto così com’è stata deliberata dalla giunta Destro, giungerebbe loro un segnala sbagliato, ovvero che la nuova giunta ha portato soltanto un cambiamento gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Capirebbero solo che bisogna rassegnarsi alle logiche degli speculatori edilizi, poche persone con enormi capitali, che sanno sempre come fare ad avere i politici dalla loro parte, sia che quest’ultimi appartengano allo schieramento di centrodestra, sia che appartengano allo schieramento di centrosinistra.

Questa è la principale ragione per cui bisogna fermare quel progetto, cioè perché esso è innanzitutto privo di ogni etica ed è un’ingiustizia ed un’offesa per tutti quei piccoli proprietari che in zona possiedono i 5/6.000 metri di terreno e non sono mai riusciti ad avere nemmeno la concessione per costruire un alloggio al figlio.

Ci sono poi altri problemi più pratici, come ad esempio quello del traffico. 135 nuovi appartamenti significano nella migliore delle ipotesi altre 200 auto in colonna ogni mattina, in un quartiere che è già con una viabilità critica ed intasata ogni mattina (Via Facciolati e Via Pertile sono un’unica fila di auto incolonnate).

Evidenzio inoltre che il PEEP prevede l’obbligo per i proprietari di locare gli alloggi a prezzo convenzionato per 8 anni, oltre i quali possono poi disporre degli immobili a piacimento. Pertanto per 8 anni 135 famiglie “bisognose” troverebbero un alloggio ad un prezzo equo. E poi? Dove dovrebbe andare questa gente?